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Al mio compleanno è accaduto
qualcosa di imprevisto e di poco piacevole. Mentre stavo scartando i regali, mi
sono tagliato con la carta un dito. E’ sgorgata una piccola goccia di sangue ed
è successo il casino. Jasper ha perso il controllo e si è lanciato addosso. Nei
suoi occhi ho visto lo stesso sguardo di James, mi ero messa in posizione
difensiva pronta ad affrontarla. Infatti proprio quel giorno avevo inizio un
corso di arti marziali e dentro di me qualcuno sembrava spingermi a combattere.
Purtroppo però è intervenuto Edward che lo ha intercettato e scaraventato
contro il pianoforte.
-Stai bene?- mi chiese
preoccupato.
Gli risposi di si con la testa,
ma dentro di me sentivo che il suo atteggiamento iperprotettivo mi dava
fastidio. Ero stanca di essere la damigella in pericolo. Visto lo sfortunato
incidente, Edward mi ha riportata a casa
e purtroppo non ho potuto mangiare la torta a dieci piani che i Cullen hanno
preparato per me. E’ un vero peccato perché sicuramente loro non la
toccheranno. Comunque mentre mi riporta a casa, Edward è molto pensieroso. C’è
qualcosa che non va.
-Tutto bene?-
Fa di si con la testa e le sue
labbra fanno il suo solito sorriso… anche se non è proprio il solito, è un po’
spento. Il giorno dopo credo che sia stato quello più brutto della mia vita, ha
di sicuro superato quello in cui ho saputo che i miei genitori si lasciavano.
Edward infatti mi ha portato nel bosco e mi ha detto che tra noi è finita, che
in realtà lui non mi ama e che la nostra storia non significa nulla. Lui e la
sua famiglia se ne andranno presto ed io sono così depressa che non ho più
voglia di scrivere, né di fare qualsiasi cosa… respirare non ha più senso per
me, voglio morire… forse da morta a Edward piacerò di più.
Mentre Bella non faceva altro che
abbattersi per la perdita del suo grande amore, un auto si fermò davanti a casa
sua e scese un uomo che indossava dei jeans, un cappello da cowboy e aveva la
barba molto curata: il classico texano. L’uomo si fermò davanti alla sua porta
e suonò il campanello.
-Ma guarda se qualcuno deve
suonare alla porta proprio mentre mi sto struggendo d’amore- pensa Bella che si
alza dal letto e scende le scale come uno zombi. L’uomo alla porta continua a
suonare insistentemente e la ragazza si irrita: -Sto scendendo!- gli urla non
cambiando però il suo tono aflitto. Quando apre la porta è molto sorpresa nel
trovare davanti ai suoi occhi il suo istruttore di arti marziali.
-Signor Chuck, che ci fa qua? –
chiede sorpresa e depressa allo stesso tempo.
-Non c’eri alla mia lezione e
così sono venuto a vedere come mai. Sei ammalata?-
-Più o meno-
-Cosa vuol dire più o meno?-
-Sono depressa…-
-Come mai?-
-Non ho voglia di parlarne con
uno sconosciuto- dice aggressiva Bella pentendosi subito dopo –mi dispiace, è
solo che…-
-Tranquilla, allora il tuo
ragazzo ti ha lasciato?-
-E lei come fa a saperlo? Chi
glielo ha detto?-
-E’ da venti anni che insegno
arti marziali ad adolescenti di entrambi i sessi, credi che non sappia
riconoscere quando uno è depresso per amore e sai io ho una soluzione…-
-Quale?- chiede curiosa Bella
-Fare arti marziali e fare finta
di colpire proprio colui che ti ha fatto deprimere- dice scoppiando a ridere e
Bella lo segue. Ne è stupita, credeva che non avrebbe più riso almeno non così
presto.
-D’accordo voglio provare-
-Bene, allora per questa volta
farò una lezione privata solo per te-
Bella inizia così a colpire
l’aria davanti a se, ma all’improvviso si materializza davanti ai suoi occhi
Edward che le dice: -Non dovresti farlo… è pericoloso… ti prego, non voglio che
ti fai del male…-
-Vaffancu…!- e da un calcio a
dove prima si trovava l’immagine di Edward
-Signorina! Non si usano le
parolacce però…- la rimprovera il maestro Chuck
-Scusi…-
-Aspetta…il calcio deve essere
più alto-
Lui le si avvicina e con la mano sulla
gamba gliela fa arrivare più in alto.
-E’ faticoso…-
-Pian piano ce la farai
tranquillamente… sei molto brava e stai migliorando molto
Lei sente la sua mano sulla sua
gamba e arrossisce, poi lo osserva meglio e pensa che è davvero attraente e poi
la fa sentire brava…
Finita la lezione, la depressione
sembra essere passata via e decide di contattare i suoi vecchi amici visto che
era da molto che non usciva con loro. Jacob però non rispondeva e Jessica
invece era troppo impegnata con i compiti per poter uscire. Allora non poté
fare altro che mettersi sul letto e pensare e pensò a Edward. Non poteva vivere
senza di lui…
Devo tornare o non devo tornare.
Quella si stava già dimenticando di me dopo solo un giorno in cui me ne sono
andato. Certo, non doveva essere sempre depressa, ma almeno una settimana di
quasi lutto? Lei però non è una vampira. Noi ci leghiamo ad una ragazza e
basta… loro no, sono mortali e hanno la memoria corta… ma adesso quel maestro
di arti marziali da dove salta fuori? E perché lei fa arti marziali? Pensava
che io non fossi in grado di difenderla? E perché deve fare un’attività cosi
pericolosa? Basta! Adesso torno e la vampirizzo così sarà per sempre mia e non
mi dimenticherà mai. Si farò così! E al diavolo il mio comportamento autolesionista
e da gentleman! Ma che sto dicendo? Lei con me non è al sicuro… rischia sempre
la vita e forse è per questo che ha iniziato con le arti marziali… per paura
del mio mondo e poi non posso trasformarla…so troppo bene cosa vuol dire
perdere la propria umanità.
-Edward, dove sei?-
Mi chiama Tanya… è meglio andare
e non pensarci più per il momento. Non posso cambiare la decisione che ho
preso.
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