giovedì 1 novembre 2012

Una storia su Twilight. 1



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Al mio compleanno è accaduto qualcosa di imprevisto e di poco piacevole. Mentre stavo scartando i regali, mi sono tagliato con la carta un dito. E’ sgorgata una piccola goccia di sangue ed è successo il casino. Jasper ha perso il controllo e si è lanciato addosso. Nei suoi occhi ho visto lo stesso sguardo di James, mi ero messa in posizione difensiva pronta ad affrontarla. Infatti proprio quel giorno avevo inizio un corso di arti marziali e dentro di me qualcuno sembrava spingermi a combattere. Purtroppo però è intervenuto Edward che lo ha intercettato e scaraventato contro il pianoforte.
-Stai bene?- mi chiese preoccupato.
Gli risposi di si con la testa, ma dentro di me sentivo che il suo atteggiamento iperprotettivo mi dava fastidio. Ero stanca di essere la damigella in pericolo. Visto lo sfortunato incidente, Edward mi ha riportata  a casa e purtroppo non ho potuto mangiare la torta a dieci piani che i Cullen hanno preparato per me. E’ un vero peccato perché sicuramente loro non la toccheranno. Comunque mentre mi riporta a casa, Edward è molto pensieroso. C’è qualcosa che non va.
-Tutto bene?-
Fa di si con la testa e le sue labbra fanno il suo solito sorriso… anche se non è proprio il solito, è un po’ spento. Il giorno dopo credo che sia stato quello più brutto della mia vita, ha di sicuro superato quello in cui ho saputo che i miei genitori si lasciavano. Edward infatti mi ha portato nel bosco e mi ha detto che tra noi è finita, che in realtà lui non mi ama e che la nostra storia non significa nulla. Lui e la sua famiglia se ne andranno presto ed io sono così depressa che non ho più voglia di scrivere, né di fare qualsiasi cosa… respirare non ha più senso per me, voglio morire… forse da morta a Edward piacerò di più.

Mentre Bella non faceva altro che abbattersi per la perdita del suo grande amore, un auto si fermò davanti a casa sua e scese un uomo che indossava dei jeans, un cappello da cowboy e aveva la barba molto curata: il classico texano. L’uomo si fermò davanti alla sua porta e suonò il campanello.
-Ma guarda se qualcuno deve suonare alla porta proprio mentre mi sto struggendo d’amore- pensa Bella che si alza dal letto e scende le scale come uno zombi. L’uomo alla porta continua a suonare insistentemente e la ragazza si irrita: -Sto scendendo!- gli urla non cambiando però il suo tono aflitto. Quando apre la porta è molto sorpresa nel trovare davanti ai suoi occhi il suo istruttore di arti marziali.
-Signor Chuck, che ci fa qua? – chiede sorpresa e depressa allo stesso tempo.
-Non c’eri alla mia lezione e così sono venuto a vedere come mai. Sei ammalata?-
-Più o meno-
-Cosa vuol dire più o meno?-
-Sono depressa…-
-Come mai?-
-Non ho voglia di parlarne con uno sconosciuto- dice aggressiva Bella pentendosi subito dopo –mi dispiace, è solo che…-
-Tranquilla, allora il tuo ragazzo ti ha lasciato?-
-E lei come fa a saperlo? Chi glielo ha detto?-
-E’ da venti anni che insegno arti marziali ad adolescenti di entrambi i sessi, credi che non sappia riconoscere quando uno è depresso per amore e sai io ho una soluzione…-
-Quale?- chiede curiosa Bella
-Fare arti marziali e fare finta di colpire proprio colui che ti ha fatto deprimere- dice scoppiando a ridere e Bella lo segue. Ne è stupita, credeva che non avrebbe più riso almeno non così presto.
-D’accordo voglio provare-
-Bene, allora per questa volta farò una lezione privata solo per te-
Bella inizia così a colpire l’aria davanti a se, ma all’improvviso si materializza davanti ai suoi occhi Edward che le dice: -Non dovresti farlo… è pericoloso… ti prego, non voglio che ti fai del male…-
-Vaffancu…!- e da un calcio a dove prima si trovava l’immagine di Edward
-Signorina! Non si usano le parolacce però…- la rimprovera il maestro Chuck
-Scusi…-
-Aspetta…il calcio deve essere più alto-
Lui le si avvicina e con la mano sulla gamba gliela fa arrivare più in alto.
-E’ faticoso…-
-Pian piano ce la farai tranquillamente… sei molto brava e stai migliorando molto
Lei sente la sua mano sulla sua gamba e arrossisce, poi lo osserva meglio e pensa che è davvero attraente e poi la fa sentire brava…
Finita la lezione, la depressione sembra essere passata via e decide di contattare i suoi vecchi amici visto che era da molto che non usciva con loro. Jacob però non rispondeva e Jessica invece era troppo impegnata con i compiti per poter uscire. Allora non poté fare altro che mettersi sul letto e pensare e pensò a Edward. Non poteva vivere senza di lui…

Devo tornare o non devo tornare. Quella si stava già dimenticando di me dopo solo un giorno in cui me ne sono andato. Certo, non doveva essere sempre depressa, ma almeno una settimana di quasi lutto? Lei però non è una vampira. Noi ci leghiamo ad una ragazza e basta… loro no, sono mortali e hanno la memoria corta… ma adesso quel maestro di arti marziali da dove salta fuori? E perché lei fa arti marziali? Pensava che io non fossi in grado di difenderla? E perché deve fare un’attività cosi pericolosa? Basta! Adesso torno e la vampirizzo così sarà per sempre mia e non mi dimenticherà mai. Si farò così! E al diavolo il mio comportamento autolesionista e da gentleman! Ma che sto dicendo? Lei con me non è al sicuro… rischia sempre la vita e forse è per questo che ha iniziato con le arti marziali… per paura del mio mondo e poi non posso trasformarla…so troppo bene cosa vuol dire perdere la propria umanità.
-Edward, dove sei?-
Mi chiama Tanya… è meglio andare e non pensarci più per il momento. Non posso cambiare la decisione che ho preso. 

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