venerdì 9 novembre 2012

Una storia su Twilight. 9



Oggi sono scappata dal set, qualcuno ha diffuso la notizia che io e Rupert stiamo insieme e nel mio camerino hanno scritto Troia! Poi sentivo tutti che parlavano di me, riuscivo a leggere i loro pensieri e non erano affatto lusinghieri. C’era chi conosceva la moglie di Rupert e attraverso quella persona l’ho conosciuta anche io. Un po’ mi dispiace, ma non mi sento affatto cattiva. Io provo qualcosa per lui e ho deciso di scoprire che cosa. Non era lo stesso sentimento che provavo per Edward, ma non mi tirerò indietro e soprattutto non mi sento una poco di buono. Eravamo in due a fare certe cose e io non ho plagiato nessuno. Comunque sia i loro pensieri non erano affatto piacevoli e per non bastare ho scoperto anche quelli di Jessica, quella che reputavo la mia migliore amica… non ce l’ho fatto e sono corsa via. Rupert invece è rimasto e non è corso da me… non è corso a fermarmi. Anche lui ha tanti dubbi e soprattutto paura che sua moglie lo scopra e lo lasci… lui la ama veramente e non sa perché lo ha fatto. Non si porta sempre a letto la protagonista del suo film. Ho deciso che non volevo tornare a casa e buttarmi sotto le coperte. Non voglio più essere così depressa, ma sono andata nel bosco… là mi sento veramente bene. Non so perché, ma è il luogo in cui mi sento meglio. Certo che lo so… là è dove io e Edward abbiamo fatto le cose più importanti. Non ho pensato ad una cosa e cioè che nei dintorni c’è una certa vampira che mi vuole uccidere.
-Ciao Bella!- sento la sua voce rancorosa dietro le mie spalle. Mi volto e si tratta proprio di Victoria. Mi preparo ad affrontarla. Stavolta non ci sarà nessuno ad aiutarmi, in fondo sono la ragazza più odiata di tutta la città. So di non avere scampo, ma se devo morire è meglio che sia combattendo e non scappando e frignando aiuto.
-Sai chi hai di fronte, vero? Il tuo karate o kung fu… quello che è… non ti servirà a nulla contro di me-
Si muove ed è così veloce che mi afferra per il collo senza rendermene conto, mi alza da terra. Sono completamente sua.
-Avanti inizia ad urlare- mi sussurra sorridendo.
Non lo farò, morirò ma non emetterò nessun urlo. Mi mordo le labbra con i denti e le lanciò uno sguardo di sfida. Non lo farò.
Mi afferrò il gomito e me lo torcio. Si sente uno crack spaventoso e io percepisco un dolore che non ho mai provato. Non urlo però e stringo i denti alle labbra così forte da farmele sanguinare. Alla vista del liquido rossastro, la vampira sembra non riuscire a trattenersi. Mi ucciderà e porrà fine alle mie sofferenze. Meno male. Victoria molla la stretta al collo e io cado a terra come un sacco di patate. Mi afferra per i capelli e mi trascina per terra. Cerco di dimenarmi, di liberarmi. Afferro una pietra e cerco di colpirla.
-Sei ancora combattiva… però non morirai, non oggi. Tu sei la responsabile dell’uccisione del mio caro James, ma non sei la sola. Io intendi vendicarmi di tutti loro e tu sarai la mia esca perfetta…-
-Ti conviene uccidermi adesso…- trovo la forza di dirle- nessun Cullen verrà in mio soccorso né nessun altro. Edward non mi ama davvero e mi ha lasciato-
-Io ricordo che un vampiro… ama per sempre!- e scoppia a ridere –mentre li attenderemo tu diventerai il mio giocattolo e se dopo un mese non si farà vivo nessuno allora io mi prenderò almeno su di te la mia vendetta-

Alaska. Casa Cullen.
Edward e Lestat si fermano davanti al giardino dell’ingresso. In men che non si dica escono tutti i membri della famiglia.
-Alice mi ha detto che hai cambiato idea… che non sei andato dai Volturi e che hai conosciuto qualcuno che ti ha fatto cambiare idea… mi ha detto un’altra cosa e ora che vedo i tuoi occhi ne sono sicuro… perché lo hai fatto?-
-Perché c’è bisogno di giustizia in questo mondo…-
-Non è giustizia uccidere un umano-
-Non ho ucciso un umano, ma un mostro e dovreste farlo anche voi! Questo mondo è pieno di mostri perché non cerchiamo di migliorarlo. Potremmo farlo!-
-Proponi di uccidere pedofili, assassini e i vari criminali?-
-Si e anche i vampiri che uccidono gli innocenti… come abbiamo fatto con James-
-Non possiamo farlo…-
-Perché no?-
-Perché le azioni che proponi tu farebbero clamore e ci porterebbero alla luce del Sole! I Volturi non lo permetterebbero mai e verrebbero ad eliminarci!-
-Li affronteremo e instaureremo un nuovo ordine mondiale!-
-Sei pazzo! Il sangue ti sta dando alla testa! Non fai più parte della nostra famiglia, da adesso sei un vampiro nomade!-
-Vediamo che ne pensano loro… Emmett non sei stanco di una vita tranquilla, non vuole sfogare tutta la tua rabbia? Jaspar non vuoi riassaporare il sangue umano? Alice potremmo rendere questo mondo migliore… Rosalie anche tu sai che possiamo… lo sento…-
-La strada giusta è quella di Carlisle- intima ai suoi figli Esme - e se non vuoi seguirla Edward non fai più parte di questa famiglia-
Jaspar guarda Alice, sa che lei non lo seguirà, ma crede che la strada di Edward è quella giusta e va verso suo fratello.
-La violenza non porta che violenza- gli urla Alice alle spalle
Emmett invece non si muoverà senza Rosalie ed è lei a parlare: -Carlisle… Edward… trovate un accordo invece di rompere per sempre la famiglia…-
-Non ci può essere nessun accordo- le dice Carlisle
-Perché la famiglia rimanga unita c’è solo una soluzione… un duello e chi vincerà sarà il nuovo pater familias- propone Edward.
-Un tale duello è all’ultimo sangue…- lo informa Carlisle
Edward esita, sa di essere più forte del padre ma non vuole ucciderlo e quindi dice a Jaspar e Lestat che è il momento di andarsene.
-Per il bene di Jaspar… io ti sfido!- urla però Carlisle.
Edward si volta. E’ stato sfidato e un vampiro non si può sottrarre ad una sfida. I due si guardano e si preparano a combattere. Sanno che sono lui vivrà e dalla loro vittoria dipenderà il destino di tutti gli altri Cullen. In quel momento però Alice urla il nome di Bella e poi quello di Victoria.
-Bella è in pericolo… è stata catturata da Victoria e minaccia di ucciderla se entro un mese non andiamo da lei.-
-Seppelliamo i nostri dissapori per il momento e per il bene di quella ragazza ti aiuteremo- dice Carlisle –ma poi dovremo affrontarci- conclude

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